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Elio Ciol inaugura la mostra LIBYA INFELIX

📌📌📌 Domani, sabato 24 luglio, alle ore 18.30 presso la Biblioteca Civica di PORDENONE si terrà l’inaugurazione della mostra “LIBYA INFELIX antiche rovine su cui costruire una nuova storia” del nostro socio onorario ⭐ELIO CIOL
La mostra fotografica è organizzata nell’ambito del festival DEDICA allo scrittore Premio Pulitzer Hisham Matar.
Nelle fotografie che Elio Ciol ha realizzato nel 2002 a Leptis Magna, Sabratha, Cirene e in altri siti della Libia.
Le vestigia antiche ci dicono ancora di un tempo in cui culture diverse si sono sovrapposte e rimescolate, nell’auspicabile prospettiva di una prospera convivenza e talvolta in quella dei sogni di gloria. E tuttavia, in realtà, è la storia stessa che per il tramite di quelle rovine e di queste immagini continua ad invitarci a una riflessione, certo sul passato ma soprattutto sul presente.
La mostra rimarrà visitabile sino al 4 settembre.
 

I “Respiri di Viaggio” di Elio Ciol in mostra a Casarsa della Delizia

 

Cari soci e amici del GFA, vi segnalo con piacere un altro evento espositivo di un nostro socio onorario.

ELIO CIOL è in mostra  FINO AL 26 SETTEMBRE a Casarsa della Delizia (Pordenone) con la sua

“RESPIRI DI VIAGGIO”

(Foto: Elio Ciol, Sfinge (1980, Giza) © Elio Ciol)

Si tratta di un’esposizione di 120 opere, di cui la gran parte inedite e molte a colori, che documenta 30 anni di viaggi di Elio Ciol, dalle sponde del Mediterraneo all’Est europeo, dal Medio Oriente lungo la Via della Seta fino a toccare Cina e Mongolia: “momenti di privato incanto” di fronte a nuove, inaspettate armonie per scoprire l’arte di Ciol, alla ricerca della vera essenza dei luoghi. E’ esposta a Casarsa della Delizia (Pordenone) nello spazio espositivo della ex Sala Consiliare, la mostra “Respiri di viaggio” che la città dedica al suo figlio illustre, Elio Ciol, autorevole maestro della fotografia contemporanea, le cui opere sono acquisite dalle collezioni permanenti di alcuni tra i più importanti musei del mondo, fra i quali il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, i Musei Vaticani a Roma, il il Museo Pushkin di Mosca.

Tra i luoghi fotografati, la Cappadocia, la Mongolia, l’India, il Medioriente, il Mediterraneo: immagini in bianco e nero e a colori che conducono l’osservatore negli stessi paesaggi e panorami che il fotografo ha personalmente visitato e ammirato. Presenti anche le aree archeologiche, come ad esempio Petra e Giza, e dettagli delle più importanti sedi museali mondiali, come il Guggenheim di Bilbao.

È possibile visitare la mostra fotografica sino al 26 SETTEMBRE il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19. Ingresso libero.

Saluti.

MC

Nino Migliori in mostra a Bologna con “Ritratti alla luce di un fiammifero”

Cari soci e amici del GFA,

vi informo di un ulteriore evento espositivo di grande interesse del nostro socio onorario Nino Migliori.

La mostra

“Ritratti alla luce di un fiammifero”

Luogo: Museo Civico Archeologico

Indirizzo: via dell’Archiginnasio 2, Bologna

Apertura: 1 – 31 luglio 2021

(Ingresso gratuito)

 


(Foto: Nino Migliori, 2021. Dal backstage di “Via Elio Bernardi, 6” © Giacomo Maestri)

I volti umani sono monumenti irripetibili che contengono storie, esperienze, emozioni, paure, amori, dolori e gioie. Nino Migliori ha fotografato seicento volti di donne e uomini, alla luce di un fiammifero, come ha fatto con molte sculture e bassorilievi. Ci sono volti che qualcuno riconoscerà o altri che rimarranno sconosciuti. Sono amici, o amici di amici, che sono andati a trovarlo dal 2016 ad oggi nel suo studio in via Elio Bernardi, 6 a Bologna.

Attraverso i tanti ritratti che Nino Migliori realizza nel corso del tempo è possibile riconoscere l’evoluzione del suo linguaggio e capire che i generi fotografici sono per lui un pretesto da cui partire per trovare e sperimentare nuove possibilità di visione e di narrazione. Per Migliori la fotografia è un processo di scrittura per immagini del proprio pensiero, che permette di aprire nuovi interrogativi sulla percezione del reale. Sperimentare non è solo verificare la struttura e le possibilità di un linguaggio, ma significa confrontarsi anche con la tradizione poetica e iconografica del passato, per rileggere il presente. Oltre alla luce, l’autore riprende sempre nelle sue ricerche il tempo, inteso come fattore che segna la realtà e permette alla fotografia di formarsi, la materia, corpo del reale e dell’immagine, e infine la memoria, come traccia stratificata in divenire. Tutto questo è considerato da Migliori in relazione all’evoluzione tecnologica dei sistemi di visione, non solo fotografici, che consentono diverse possibilità di lettura e di percezione della realtà. Questi aspetti tornano in una forma nuova nel ciclo fotografico intitolato Lumen dedicato alla scultura, a cui si lega il lavoro dei ritratti a lume di fiammifero. Nella serie Lumen, Migliori fotografa in bianco e nero, a lume di candela, importanti opere della storia dell’arte italiana, dal Medioevo all’Ottocento, per riflettere sulla percezione dell’immagine dalla prospettiva di un tempo lontano. Dal racconto a lume di candela dell’inanimato, con il riferimento a un tempo storico precedente a quello della luce elettrica e della fotografia, passa a un ciclo in cui rivolge lo sguardo all’animato, al volto dell’uomo.

Dal 2016 al 2021 realizza i ritratti che sono presenti in mostra e nel catalogo che l’accompagna. In questo lavoro si evidenzia ancora una volta l’elemento gestuale, al di fuori del mezzo fotografico, il tempo, determinato dalla bruciatura del bastoncino di legno, la materia, quella del volto ritratto che riflette la luce in modo diverso rispetto alle superficie delle sculture in marmo o in terracotta. Quelli di Migliori sono ritratti dell’interiorità, che si manifestano attraverso la luce e l’ombra, il bianco e il nero. Il fiammifero acceso, che tiene in mano e muove con velocità diverse intorno al volto del soggetto mentre lo ritrae, diventa l’unico riferimento al mondo esterno, al divenire delle cose.

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Cari saluti.

MC

Nino Migliori è socio onorario del GFA

Cari soci e amici del GFA,
con grande gioia vi annuncio che l’assemblea ordinaria dei soci tenutasi ieri ha deliberato di conferire a Nino Migliori la qualifica di socio onorario della nostra associazione.
Il Maestro, che ringraziamo per la sua disponibilità nell’accettare questa proclamazione, si aggiunge dunque al novero dei nostri già soci onorari che ricordo essere: Gianni Berengo Gardin, Mario Lasalandra, Elio Ciol, Renzo Saviolo ed il compianto Giovanni Umicini.
Un ringraziamento anche al nostro fondatore e Presidente onorario Gustavo Millozzi che tanto si è prodigato per rendere possibile tutto ciò.
Con l’occasione segnalo l’imperdibile mostra fotografica del Maestro, “Oltre il sipario”, che si è inaugurata lo scorso maggio a Bologna e che rimarrà visitabile (almeno) sino al 31 agosto negli ambienti del foyer e portico del Teatro Comunale e nel chiostro dell’Archiginnasio.
 
MC
 

Renzo Saviolo inaugura la mostra “Padova 1952-1956 – Il volto di una città che non c’è più”

Sabato prossimo 25 gennaio alle ore 17.45, a Padova presso la sede dell’Associazione Culturale Fantalica, il nostro socio onorario RENZO SAVIOLO inaugurerà la mostra “Padova 1952-1956 – Il volto di una città che non c’è più”. L’esposizione è realizzata dall’associazione culturale Fantalica in collaborazione con l’associazione Progetto Portello di Padova in occasione della giornata Open day dell’associazione.

Sono 42 le fotografie esposte e scattate dal maestro Renzo Saviolo tra il 1952 e il 1956 a Padova.
La mostra raccoglie una selezione di scatti realizzati dall’allora giovanissimo fotografo veneziano, in una Padova ancora alle prese con la ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, ancorata a tradizioni e abitudini che non appartengono più alle giovani generazioni. Una città dimenticata che riemerge grazie alle opere di Renzo Saviolo che, con grande sensibilità seppe cogliere, con spirito da reportage, l’anima di Padova in anni di grande cambiamento come i primi anni ’50. A più di mezzo secolo le fotografie emozionano ancora e colpiscono per la grande diversità sociale e culturale sottolineata dai ritratti colti in momenti di quotidianità.

MC