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Da non perdere: Piergiorgio Branzi a Este

Ho il piacere di segnalarvi che:

Dal 21/04/2012, Il Fotoclub Este, con il patrocinio del Comune e della FIAF, ospitera’  una mostra ideata per celebrare uno dei piu’ grandi maestri della fotografia Italiana “Piergiorgio Branzi”

Il percorso espositivo “Sortilegio di Parigi”, con una serie di suggestivi scatti, offre al visitatore una diversa e magica visione della città, capace di trascinarlo nel rituale magico nell’atmosfera parigina.

Una grande occasione per ammirare nel Veneto le opere del grande maestro contemporaneo della Fotografia Italiana.

 

Di seguito riporto alcune informazioni raccolte dal nostro socio Luigi Sacchetto:

 

PIERGIORGIO BRANZI, fiorentino (1928) comincia a fotografare negli anni cinquanta ottenendo immediata notorietà in Italia e all’estero. Delle diverse anime della fotografia italiana, incarna quella più colta, più europea. Tra i primi a cogliere la modernità dei grandi modelli stranieri, francesi e americani, e a sperimentare l’ uso del nero profondo nella

stampa, Piergiorgio Branzi diventa, con Paolo Monti e Mario Giacomelli, un innovatore dei codici linguistici della fotografia.

Formatosi nella tradizione figurativa toscana, dotato da una naturale eleganza formale, le sue immagini aprono un capitolo nuovo nel panorama della fotografia italiana, identificato come “realismo-formalista”. Personaggi e volti colti con sottile sarcasmo segnato da una vena surreale, in equilibrio tra un lirismo sommesso e una vivida caratterizzazione psicologica. L’immagine definitiva, rigorosamente bilanciata nelle coordinate magiche della composizione. è per Branzi il prodotto di previsioni, di riflessioni, di aggiustamenti di tono e di tagli in camera oscura, di equilibrio formale e momento decisivo nella ripresa.

Nel 1955 intraprende un lungo viaggio in motocicletta, attraverso l’Abruzzo e il Molise, la Puglia e la Lucania, la Calabria e Napoli, ma anche verso le zone depresse del Veneto. L’ anno successivo attraversa la Spagna, un paese e una società che a dieci anni dalla fine del conflitto appare ancora separata dall’ Europa. È uno sguardo curioso e partecipato quello di Piergiorgio Branzi, un viaggio attorno all’ uomo, con le sue tensioni, la sua fatica di vivere che non è solo fatica di lavoro. I volti dei personaggi, colti dal suo obiettivo con ironia o tragica delicatezza, tendono a raggiungere valenza esistenziale e simbolica, dove spesso lo stupore prevale sull’empatia: divengono icone, maschere di una umanità lontana, tragica e pagana, misera e ingenua.

Partecipa alla intensa e innovativa esperienza dell’editoria giornalistica del dopoguerra, collabora attivamente all’esperienza de “Il Mondo” di Pannunzio, registrando con le sue immagini la nascita convulsa della società di massa, il formalismo nei comportamenti della nuova borghesia, il graduale processo di omologazione consumistica.

Verso la fine degli anni cinquanta Piergiorgio Branzi, dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza, rallenta l’attività fotografica cercando uno sbocco nel giornalismo scritto. All’inizio degli anni sessanta è assunto dalla RAI.

Nel 1962 il Direttore del Telegiornale, Enzo Biagi, lo invia a Mosca, quale primo corrispondente televisivo occidentale nella capitale sovietica. Sono gli anni caldi della “guerra fredda”, la costruzione del muro a Berlino, la crisi di Cuba. Rimarrà a Mosca quattro anni, una lunga convivenza, resa possibile dal primo “disgelo” Kruscioviano, e che gli suggerisce di riprendere in mano la macchina fotografica per fermare e raccogliere situazioni, luoghi, volti, frammenti di quotidianità. Appunti di un diario visivo che apriranno uno spiraglio su atteggiamenti e comportamenti degli abitanti della capitale sovietica, centro nevralgico dell’immenso territorio che dal Baltico al Pacifico si estende per undici fusi orari.

Nel 1966 lascia Mosca per assumere l’incarico di corrispondente da Parigi.

Dopo il maggio 1968, rientra a Roma come commentatore e inviato speciale del Telegiornale. Realizza inchieste e documentari in Europa, Asia, Africa.

Dopo l’esperienza moscovita lascia la fotografia sperimentando la pittura e l’incisione. Riprende a fotografare a metà degli anni novanta per una rivisitazione dei luoghi pasoliniani. In questi ultimi tempi la città di Parigi, spogliata di miti artistici, letterari e filosofici, è al centro della ricerca di Branzi, che ne capta umori ed inquietudini, seguendo, come sempre, il proprio istinto e quella capacità di ascoltare ed essere in empatia con il personaggio che si trova di fronte al suo obiettivo.

Dal 2007 sperimenta le possibilità della tecnica digitale, nella consapevolezza che attraverso la sua insita utopia di democratizzazione possa, e debba aprire un cambiamento epocale, un giro di boa e di rotta nella pratica e nel codice linguistico del fare fotografia.

Numerose mostre personali delle sue immagini sono state ospitate in Gallerie private, Musei, Istituzioni pubbliche.

 

Sue opere sono state acquisite da:

 

  • SFMOMA/Museum of Modern Art, San Francisco (USA)
  • BIBLIOTEQUE NATIONAL DE FRANCE, Parigi (FR)
  • FINE ART MUSEUM, Houston (USA)
  • GUGGENHEIM MUSEUM, New York (USA)
  • ISTITUTO SUPERIORE STORIA FOTOGRAFIA, Palermo (IT)
  • MUSEO DEL FOTOGIORNALISMO, Torino (IT)
  • MUSEO DELL’INFORMAZIONE, Senigallia (IT)
  • MUSEO LUIGI PECCI, Prato (IT)
  • ARCHIVIO FRATELLI ALINARI, Firenze (IT)
  • ESTORICK COLLECTION, Londra (UK)

 

 

La mostra, curata dal nostro socio onorario Mario Lasalandra, restera’ aperta fino al 01/05-2012.

Orari: Feriale 16.30-21.00 / Festivo 10.00-13.00 / 16.30-21.00 / Ingresso libero

Este, via M.D’azzeglio (ex pescheria) PD

Info: fotoclubeste1@gmail.com

Inaugurazione del 21/04/2012 con la presenza dell’autore.


Padova Photo-Graphia, manchi solo tu!

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova nella persona dell’Assessore dott. Andrea Colasio, della dott.sa Mirella Cisotto, dott.sa Fiorenza Scarpa, dott. Nicola Galvan, e dello staff scientifico rappresentato dai Proff. Beatrice Autizi e Angelo Maggi hanno reso possibile la realizzazione di Padova Photo-Graphia, con la ferma volontà di aprire una importante rassegna in ambito fotografico ed un nuovo percorso culturale nella nostra città.

Quest’anno è stato dato spazio ed attenzione ad autori giovani ed emergenti che già hanno superato importanti context fotografici a livello nazionale ed internazionale.

E’ stata un’operazione ed una sfida importante che ha voluto dare, e che darà anche in futuro, grande spazio alla fotografia con un approccio sinergico tra le Istituzioni cittadine, l’Università, le organizzazioni amatoriali e le sponsorizzazioni finanziarie, su un tavolo comune di lavoro che ha già prodotto risultati i quali, sulla base di quanto espresso dallo stesso Assessore Colasio, andranno ben oltre questa manifestazione.

E’ un approccio che, per quanto abbiamo potuto constatare, apre scenari inediti per i livelli di efficienza ed efficacia raggiunti. La comunicazione moderna si basa sulla sull’immagine e la fotografia è uno degli strumenti più potenti per dimostrare la sensibilità, la cultura ed il progresso di un popolo. Confido sulla collaborazione di tutti per dimostrare che la strada imboccata è quella giusta.

In questo scenario esaltante, diventa fondamentale il contributo di tutti andando numerosi a visitare le mostre e proporre i vostri commenti. Non voglio essere scontato, ma vi invito a diffondere, nella maniera più ampia, i vari eventi di Padova Photo-Graphia in modo che si possa dare, all’Amministrazione, una tangibile indicazione che esiste un sincero interesse verso la fotografia classica, quella “stampata”, in qualsiasi modo realizzata. Il sottoscritto, e il GFA tutto, si rendono disponibili quale osservatorio di ascolto di tutte le forze positive che voglio collaborare nel miglioramento e nelle proposizioni verso l’Amministrazione.

Come sempre in tutte le imprese ci sono donne e uomini che con la loro dedizione ed impegno corale hanno permesso di arrivare a questo importante obiettivo, investendo tempo e risorse, spesso personali, per poter in poche settimane dimostrare che il lavoro di un gruppo ben affiatato, può esprimere risultati oltre i sempre sperati auspici iniziali.

A nome del Consiglio Direttivo del Gruppo Fotografico Antenore e mio personale, ringrazio quanti, già sopra citati, per averci dato l’opportunità di collaborare alla riuscita della rassegna. Collaborazione che, come abbiamo colto dalle dichiarazioni dell’Assessorato, andranno in futuro ad espandersi e migliorare. Sono certo che le capacità che il nostro mondo amatoriale offre, come abbiamo dimostrato quest’anno, potranno dare un importante apporto.

Ultimo, ma non ultimo, il nostro ringraziamento va al nostro Presidente Onorario, al Maestro Gustavo Millozzi che, nonostante è ancora convalescente, ha voluto dare egualmente il suo apporto a Padova Photo-Graphia e che non è voluto mancare alle inaugurazioni sinora avvenute. Per “non trascendere la realtà in altro”, colgo le parole del prof. Enzo Carli su Gustavo Millozzi che, all’inizio del suo intervento, all’inaugurazione della mostra di Daniele Duca, ha voluto rivolgersi a lui ringraziandolo della sua presenza e citandolo (con applauso dei presenti) come “uno dei punti di riferimento della fotografia amatoriale italiana”. Grazie Gustavo, hai dimostrato che non sei unicamente un nostro patrimonio, ma risorsa della fotografia non solo della nostra città.

Ed ora lascio la parola alle immagini che possiamo offrirvi grazie alla cortesia di Denise Muraro, Pietro Genesini, Francesca Prearo, Elena Colturato e Andrea Scandolara. Ovviamente per le fotografie esposte… dovete andare a vedere le mostre.

Claudio Vettore

Per informazioni sulle mostre : http://padovacultura.padovanet.it/homepage-6.0/cultura/fotografia/

 

 

 

 

 

 

Mostre fotografiche della rassegna “Incontri Ravvicinati” di “Padova Photo-Graphia”

Siete calorosamente invitati a voler intervenire alle inaugurazioni delle mostre fotografiche della rassegna:


Incontri Ravvicinati” di “Padova Photo-Graphia“,

che avrà  luogo a 

Padova dall’ 11 Aprile al 10 Giugno 2012

di seguito riportiamo i depliants dei vari eventi.

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Volantino generale di ” Padova Photo-Graphia 

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Depliant ” Meridiani e Paralleli di Faisal Almalki, Julie de Waroquier, Nur Moo, Håkan Strand.

 

.Depliant ” Proximitydi Daniele Duca

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.Depliant La Nouvelle Semance di Giovanni Marozzini

 

 

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Siamo certi della vostra numerosa presenza.


Da non perdere: Elliott Erwitt a Venezia

Elliott Erwitt Personal Best a Venezia. Giovedì 29 Marzo 2012 dalle 17 alle 20 , alla Casa dei Tre Oci alla Giudecca, inaugurazione della mostra Elliott Erwitt Personal Best realizzata personalmente da Erwitt.

Dopo il MEP di Parigi, il Reina Sofia di Madrid e l’ICP di New York , arriva a Venezia presentando una selezione di 140 fotografie fra le più celebri e significative della sua intera carriera, l’edizione italiana è promossa dalla Fondazione di Venezia in collaborazione con JACOB COHËN e curata da Denis Curti.

All’innaugurazione saranno presenti Emanuela Bassetti, presidente di Civita Tre Venezie; Denis Curti, vicepresidente di Fondazione FORMA per la fotografia e lo stesso Elliott Erwitt.

Dal 30 marzo al 15 luglio 2012 presso la Casa dei Tre Oci alla Giudecca a Venezia. Mostra prodotta da Civita Tre Venezie con FORMA, in partnership con Jacob Cohen, con il patrocinio di Regione Veneto e dell’Assessorato alle Attività Culturali del Comune di Venezia.

Elliott Erwitt, membro dal 1953 della storica agenzia Magnum, fondata al termine della seconda guerra mondiale da un gruppo di fotografi fra i quali Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, Erwitt non solo ha raccontato con piglio giornalistico gli ultimi sei decenni della storia del nostro mondo e della civiltà contemporanea, ma ha saputo cogliere in una serie di immagini in bianco e nero gli aspetti più tragici e quelli più divertenti della vita che è passata di fronte al suo obiettivo.

Il linguaggio privilegiato con il quale ha compiuto questa difficile impresa è quello dell’istantanea, da cui risulta tutta l’ironia di un universo congelato in pose bizzarre, ma anche l’insospettabile perfezione formale che può scaturire dal caso.

Scrive egli stesso: ” Nei momenti più tristi e invernali della vita, quando una nube ti avvolge da settimane, improvvisamente la visione di qualcosa di meraviglioso può cambiare l’aspetto delle cose, il tuo stato d’animo. Il tipo di fotografia che piace a me, quella in cui viene colto l’istante, è molto simile a questo squarcio nelle nuvole. In un lampo, una foto meravigliosa sembra uscire fuori dal nulla“.

Nato a Parigi nel 1928 da una famiglia russa di origini ebraiche, Elliott Erwitt trascorre l’infanzia in Italia e si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti nel 1939, prima a New York e poi a Los Angeles. Travolto dalle vicissitudini della propria vicenda personale e animato da un’ inesauribile vitalità, è il fotografo della commedia umana. La riconosce e la mette in scena nelle situazioni più disparate, dall’inizio della sua carriera alla metà degli anni Quaranta fino ad oggi. E’ diventata un’icona della fotografia mondiale l’immagine del 1949 in cui una statua della dea Diana al Metropolitan Museum of Art punta una freccia verso un ignaro visitatore voltato di spalle, mentre lo scatto più recente di questa selezione mostra il Presidente Obama e la moglie Michelle sullo sfondo di una selva di telefoni cellulari e fotocamere digitali tenuti alti verso di loro: la fotografia nel frattempo si è trasformata dal mezzo di comunicazione più potente nelle mani dell’uomo a quello più diffuso, costantemente e indiscrimintamante a disposizione di tutti. Da Jacqueline Kennedy a Marilyn Monroe fino a Che Guevara e Richard Nixon, fotografato durante un concitato dialogo con Nikita Krusciov nel 1959, sono numerose le celebrità che compaiono nel percorso di questa mostra.

Su tutte Erwitt posa uno sguardo allo stesso tempo tagliente e pieno di empatia, dal quale scaturisce non soltanto l’ironia del vivere quotidiano, ma anche la sua complessità. Con lo stesso atteggiamento, d’altra parte, il fotografo concentra la sua attenzione su qualsiasi altro soggetto, senza alcuna differenza e portando all’estremo la qualità democratica che è tipica del suo mezzo. Il suo immaginario è infatti popolato in prevalenza da persone comuni, uomini e donne, colte nel mezzo della normalità delle loro vite, ma anche di animali, cani sopratutto, cui Erwitt dedica nel tempo una serie di veri e propri ritratti. Fra i più celebri c’è quello di un chihuahua vestito con tanto di cappotto e cappellino e messo di fianco alle zampe di un altro cane di grossa taglia e alle gambe della padrona tagliate dall’inquadratura.

Passato il riso del primo impatto, rimane l’evidenza dei fatti: stanno tutti sullo stesso piano. Parte integrante del percorso espositivo saranno inoltre gli scatti appartenenti a un progetto nato dall’incontro dell’artista con Nicola Bardelle, direttore creativo di Jacob Cohёn e da sempre grande appassionato alle opere di Elliott Erwitt. Il concept per l’immagine del brand si basa sulla rivisitazione di alcune fotografie scattate negli anni Ottanta e Novanta – il celebre “jumping dog” e l’immagine al Prado di Madrid – e dà vita a un effetto di grande suggestione, riproponendo una quotidianità fatta di humour, ironia e poesia.

Tre Oci Centro Internazionale di Fotografia Fondamenta delle Zitelle, 43 30133 Giudecca, Venezia tel. +39 041 24 12 332 info@treoci.org http://www.fondazionedivenezia.org