ATTENZIONE! PER MOTIVI ORGANIZZATIVI L’EVENTO VERRA’ RIPROGRAMMATO A GENNAIO 2024
Mercoledì 6 dicembre 2023 alle ore 21.00 presso la Sala Polivalente di Via S. Maria Assunta n. 35 a Padova, il Gruppo Fotografico Antenore BFI e Promovies presenteranno una serata di audiovisivi aperta al pubblico dal titolo
CONFINI
È richiesta la prenotazione della vostra presenza da effettuarsi qui:
L’evento è stato organizzato dal Gruppo Fotografico Antenore BFI in collaborazione con Promovies, Veneto Padova Spettacoli, il GAV ed il DIAF ed ha acquisito il riconoscimento della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche).
Il tema del confine offre un’ampia gamma di interpretazioni e significati che superano l’idea di una semplice divisione geografica. Questa rappresentazione simbolica spesso si estende a concetti più complessi, come l’identità personale, la politica, la società, e l’esperienza umana in generale. La sua importanza risiede nella capacità di stimolare una profonda riflessione sulle barriere fisiche e concettuali che influenzano le nostre vite e il mondo circostante.
Attraverso la rappresentazione del confine come metafora, gli autori possono aiutare il pubblico a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé stessi e del mondo che li circonda, incoraggiando una riflessione critica sulle relazioni umane, sociali e politiche. Questa consapevolezza può contribuire a promuovere un dialogo costruttivo e un’azione positiva per superare le divisioni e costruire connessioni significative tra individui e comunità.
Al termine dell’evento degli audiovisivi verrà proiettato il film “Cuori senza frontiere” del 1950 diretto da Luigi Zampa con Gina Lollobrigida, Raf Vallone, Cesco Baseggio.
“Il film è ambientato in un paese che dopo la Seconda guerra mondiale si ritrova diviso in due dal confine fra Italia e Jugoslavia. Il tema del film, il cui titolo provvisorio era “La linea bianca”, fu probabilmente tratto dalla divisione in due settori del cimitero di Gorizia, in seguito alla risoluzione ONU del 9 agosto 1947. Il film si propone di denunciare l’assurdità della ridefinizione dei confini orientali.”