Sino a pochi anni fa non avevo avuto l’opportunità di conoscere i lavori di Antonio Lovison, se non superficialmente, ed in poche occasioni non riuniti però assieme in numero tale da poterne riconoscere la personalità ed il suo modo di esprimersi.
Ora ciò è stato possibile essendo state esposte ben trenta opere in grande formato a Padova in due ampi spazi del Centro Culturale Altinate-S.Gaetano in una sezione di “Padova Photo-Graphia”, la manifestazione organizzata dall’Assessorato alla Cultura che, in questa edizione 2013, ha avuto come tema “Breaking the media – al di là dell’immagine”.
Ho potuto così analizzare e valutare la sfera artistica entro la quale opera Lovison, veramente interessante e coerente nell’interpretazione iconografica di un mondo ove composizione, colore e luce si fondono in un intrigante unicum che denota grande padronanza, ma anche una conoscenza non comune, della tecnica pittorica e pertanto d’accostamento dei colori.
Sono immagini che ci conducono per vie diverse a molteplici considerazioni attraverso un impegno non solo visivo ma anche mentale. Lovison è riuscito, introducendo l’irreale nel reale, a far sì che il valore ideale del soggetto estetico si venisse a trovare completamente separato dal soggetto materiale.
I metodi creativi e stimolanti della fotografia, in continua evoluzione tecnica e concettuale, hanno incoraggiato, forse anche inconsciamente, il nostro autore a scoprire nuovi accostamenti, nuovi modi di esprimersi per realizzare le proprie idee giungendo a non accontentarsi più della fotografia come mezzo di solo impegno nel riprodurre ma anche come un’attività essenziale e liberatoria dalla routine quotidiana.
L’elemento umano non è fisicamente preponderante nei suoi lavori anche se i soggetti rappresentati lo richiamano, quasi sempre frutto del suo ingegno, del suo intervento ma trasfigurati sino spesso a esulare dai significati originari per l’ambiguità delle forme.
Non esaustive delle sue capacità sono state due sue pubblicazioni autoprodotte nel 2008, attinenti a due diversi – ma pur connessi – filoni di ricerca: “Light signs” (Segni di luce) e “Re-cognize glances” (Sguardi ri-conoscenti), per cui ci auguriamo che un qualche illuminato editore dia la possibilità a tutti i cultori della buona fotografia di acquisire, conoscere ed apprezzare in volume unico una più completa raccolta di immagini di questo importante autore.