Pensiamoci sopra…

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Consigli utili per non perdere di vista gli obiettivi: ecco dei buoni propositi fotografici per il 2015 che Serena Vasta ci consiglia:su Clickblog:

Quando inizia un nuovo anno siamo sempre propositivi, attivi e carichi di  buoni propositi, abbiamo entusiasmo da vendere e tutto sembra possibile, abbiamo voglia di impegnarci e di costruire grandi cose. Questo atteggiamento è sicuramente molto positivo ma dobbiamo imparare a sfruttarlo bene, a prendere questo carico di entusiasmo  e pianificare qualcosa di importante ma anche di fattibile. Per molti di noi la fotografia è una passione o un hobby, per altri è come respirare, per altri ancora è un lavoro, tutti però credo che viviamo in empatia con le nostre foto, speriamo sempre di migliorare e coltiviamo nuovi stimoli per crescere, sia a livello fotografico che umano.

Vediamo insieme qualche idea per dei buoni propositi fotografici per il 2015, che non sono altro che consigli per migliorare la nostra tecnica, per superare i nostri limiti e per diventare un po’ più bravi… o almeno provarci! L’entusiasmo è essenziale ma dobbiamo anche imparare a pianificare e ad organizzarci, a mirare alla meta e raggiungerla!

Basta nascondersi dietro dubbi e insicurezze: spesso ci convinciamo di non essere “abbastanza”, vediamo mille difetti in quello che facciamo senza però riuscire a vedere le cose positive. Ci concentriamo sulle cose minuscole e perdiamo di vista la visione d’insieme.

  • Organizziamoci: Per una come me che vive alla giornata (massimo a blocchi di 48 ore) la parola organizzazione fa paura, ma è l’unico modo che non perdere di vista i traguardi che si vogliono raggiungere. Si rimanda, si aspetta e nel frattempo passano le settimane, i mesi e gli anni… Quindi per il 2015 potremmo pensare di darci delle scadenze.
  • Cercare e accettare le critiche: mettersi in discussione è il modo migliore per diventare più bravi, trovate qualcuno a cui far vedere le vostre fotografie. Evitate però di litigare tramite forum, è solo una perdita di tempo.
  • Photoshop e Lightroom sono vostri amici: non accontentatevi delle 5 cose che sapete fare da 5 anni, studiate, cercate sul web, siate curiosi.
  • progetti: Lo so, ormai i “progetti” sono diventati di moda e più ne hai meglio è, ma un po’ servono, avere qualcosa da portare avanti è stimolante, tornarenei luoghi, approfondire, documentarsi è sempre bello e utile. Non serve chissà qualche idea pazzesca, basta guardarsi un po’ intorno…
  • Non fare archivio: questo è un proposito che mi tocca da vicino, si fanno le foto, si guardano nella macchina e poi al pc, si trasferiscono nell’hard disk e finiscono in un buco nero. Nessuno le vedrà mai e voi le dimenticate lì per chissà quanto tempo… evitiamolo il più possibile, sforziamoci di completare il workflow in tempi accettabili.
  • Stampare di più: la fotografia è qualcosa che si deve toccare con mano, bisogna avere nelle mani le nostre foto per considerarle finite, non basta pubblicarle su Facebook e collezionare “mi piace”. Le foto vanno stampate bene in un laboratorio serio e affidabile.
  • Non bloccarsi: I momenti no capitano a tutti, entriamo in quelle spirali negative in cui tutti sono migliori di noi, niente ha senso & Co. Ok, capita, è normale ma bisogna andare avanti… in questi casi i progetti, le scadenze e muovi propositi funzionano benissimo, perché abbiamo qualcosa da cui ripartire.

Quali sono i vostri buoni propositi? Io non ho dubbi: riprendere gli archivi, imparare cose nuove e finire (continuare?) qualche progetto.

 

5 commenti su “Pensiamoci sopra…”

  1. Grazie…
    Ma ne aggiungo uno: perché limitarsi al software a pagamento come Lightroom e Photoshop quando ve ne sono di (altrettanto e forse meglio) validi gratis?
    E quindi il mio proposito: una serata tecnica… su questo argomento….

  2. …io non vedo, sinceramente, l’invito in maniera così restrittiva come tu lo consideri…e poi nell’articolo ci sono tante cose ben più importanti da valutare e metter in pratica !
    Le tecniche di elaborazione sono le ultime cose che reputo importanti…

  3. There’s more to the picture than meets the eye.
    Neil Young. Rust never sleep.

    L’analisi rappresenta il primo passo. Da soli è sempre difficile perché, a differenza di qualsiasi altra forma umana di scambio simbolico, la fotografia trae senso dalle circostanze di produzione mediazione e ricezione del messaggio. La logica di codifica-trasmissione-decodifica, tipica di tutti i linguaggi umani, nella fotografia funziona a vari livelli di significato che si aggiungono man mano che l’immagine viene letta e riletta in contesti sempre più ampi. Il simbolismo delle immagini presenta elementi immediatamente riconoscibili, che vanno studiati in dettaglio (semiotica visuale), in quanto acquisiscono maggiore senso se riusciamo a metterli in relazione con “altro”, ovvero quanto più noi impariamo a riconoscere in essa elementi pertinenti a contesti, alle forme e ai contenuti. Eseguire un “pattern recognitions” (riconoscimento di simboli) rappresenta il primo passo per generare un archivio delle nostre immagini e per dare senso a quanto richiamato da Gustavo. Il Gruppo può essere il luogo dove incontrarci per sviluppare le teniche di base, per permettere ad ogni Socio di fare le “autopsie” (per richiamare Roland Barthes) alle proprie fotografie. Non è banale, ma ricordo con estremo piacere il lavoro fatto nel Gruppo sul “ritratto”, utilizzando come guida “Educare lo sguardo” di R. Angier che credo abbia estremante arricchito tutti i partecipanti non solo con spunti di lavoro, ma anche su come valutare i risultati ottenuti.

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