Collaborazioni con soggetti terzi

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Mi permetto di segnalare un tema che da molto anima il mondo dei fotografi.
Chiunque puo’ chiedere collaborazioni ad associazioni culturali, in particolar modo mi riferisco al comune di padova.
Ma lo scopo deve essere culturale e di diffusione della fotografia. Il comune non può chiedere di fare delle fotografie gratis per fare le sue brochure perché’ questa diventa chiaramente concorrenza sleale nei confronti di chi vive facendo il fotografo. Quindi se l’uso delle fotografie e’ commerciale deve essere richiesto un contratto di tipo commerciale, se e’ culturale va bene un approccio culturale.
Inoltre l’associazione deve segnalare da subito che i diritti per la pubblicazione dell’immagine dovranno essere pagati direttamente all’autore il quale si dovra’ fare carico degli aspetti fiscali.
Ho l’impressione invece che si cerchino solo fotografie senza dover pagare il fotografo, e questo e’ molto scorretto!

9 commenti su “Collaborazioni con soggetti terzi”

  1. Perfettamente d’accordo.
    Anni fa ho partecipato a un concorso sponsorizzato dall’Eente Turismo. Alla fine mi chiesero, a termini di regolamento, una delle fotografie accettate (ma non premiate) da usare per i loro manifesti. Con un secondo sollecito mi ingiunsero di consegnargli “il negativo”. L’originale era su diapositiva. Ne ricavai un negativo, e, molto correttamente a termini di regolamento, glielo inviai. Forse non era molto ben riuscito … i manifesti successivi riportavano la firma di professionisti.
    La soddisfazione di vedere il proprio nome stampato sui giornali o sui muri della città non giustifica l’accettare la forma di concorrenza sleale di cui parla Marco, che è forse la causa principale della crisi del fotogiornalismo. Ma i giornali ci marciano.
    Personalmente evito ormai di partecipare, per esempio, al concorso per il calendario di un quotidiano locale, e a quei concorsi che si riservano di sfruttare le foto “a fini istituzionali non commerciali”, dizione che quasi sempre nasconde l’intenzione d’un uso pubblicitario dell”istituzione” (tipo ente turismo).

  2. MENO MALE CHE QUALCUNO SI E’ DATO DA FARE, DOMANDA:
    IL DIRETTIVO E’ IN VACANZA ?

  3. perfettamente d’accodo. Nel caso del Comune di Padova :se chiede un servizio per una nuova brochure gli costa un patrimonio ! da noi gratis, mi correggo, il nome di chi ha fatto “clik” viene segnalato.
    Grazie per aver fatto il punto sulla questione.

  4. Capisco la perplessità di Marco, ma in questo caso non parlerei di scorrettezza. Da sempre le istituzioni chiedono la collaborazione del GFA per varie iniziative (che siamo tenuti a rendicontare ogni tre anni in quanto iscritti al registro delle associazioni). Nel caso specifico, non trattandosi di una attività commerciale (il settore verde non vende niente, ma vuole solo pubblicizzare l’esistenza del Giardino di Cristallo) non trovo sbagliato se qualche socio vuole approfittare dell’occasione che il GFA si è limitato a segnalare: trovo la situazione paragonabile all’iniziativa “Toniolo Ricerca” che Marco a suo tempo ha illustrato e alla quale alcuni nostri soci hanno voluto aderire (http://www.fotoantenore.org/2012/01/collaborazione-con-la-rivista-web-toniolo-ricerca/)

  5. No Donatello, non sono in nessun modo paragonabili.
    L’una era una attività puramente culturale mirata a creare una sensibilizzazione su un tema, lasciando completa libertà di espressione. Non c’era da pubblicizzare nulla ne nessun tema precostituito. L’altra come scrivi tu è mirata a pubblicizzare il giardino di inverno.
    La pubblicità è attività commerciale, SEMPRE e senza nessun dubbio. Qui siamo addirittura alla stampa delle brochure, quindi lo scopo è chiarissimo.
    Comunque ognuno agirà secondo coscienza.

    buona luce a tutti

    Marco

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